Nelle Cevennes con l’asinello / 1998
Nelle Cevennes con l’asinello / 1998
Viaggio nelle Cévennes (Francia) in compagnia di Stevenson
Alzi la mano chi non ha mai tremato alla descrizione di Long John Silver, il pirata zoppo dell’Isola del Tesoro, o chi non ha passato qualche notte insonne per gli incubi suscitati dagli efferati delitti di mister Hyde, inquietante alter ego del dottor Jekyll.
Ebbene, il multiforme ingegno di Robert Louis Stevenson, l’autore scozzese padre dei personaggi testé citati, non si è limitato a produrre questi capolavori ma ha sondato anche altri generi, come quello della letteratura di viaggio. Persona curiosissima e anticonformista, ha viaggiato parecchio nella sua pur breve vita (è morto a 44 anni a migliaia di chilometri dalla nativa Scozia, nelle isole Samoa, sua patria di adozione) e spesso per destinazioni e con mezzi non convenzionali per quel XIX secolo.
Come definire altrimenti mete come le Hawaii, i mari tropicali, la California, isolette sperdute della Francia meridionale oppure viaggi in canoa lungo i canali della Francia settentrionale (An Inland Voyage) o anche in groppa ad un asino nelle Cévennes (Travels with a Donkey)?
Ed è proprio qui, nelle Cévennes, regione meridionale della Francia a sud del Massiccio centrale e a nord della Provenza, che seguiamo le sue tracce.
Una regione tutta da scoprire
Terra tra le meno conosciute e frequentate della Francia, nasconde un fascino del tutto particolare, di terra selvaggia e aspra che custodisce e quasi protegge le sue bellezze naturali, il suo esteso parco nazionale, la sua memoria storica legata soprattutto alla rivolta degli ugonotti (camisardi) che ha sconvolto la Francia all’inizio del XVIII secolo. Natura selvaggia, gole rocciose, torrenti impetuosi, scarsissima urbanizzazione e di conseguenza abitanti molto particolari, un po’ rudi ma sinceri, segnati da questa esperienza storica al punto di vivere ancora con orgoglio questa loro diversità: la presenza di protestanti è tutt’oggi evidente.
Un compagno di viaggio particolare
Per conoscere le bellezze di questo territorio non c’è niente di meglio che affidarci alla guida spirituale di Stevenson: niente paura, non c’è la suspance dei suoi romanzi d’azione o gli attimi di terrore dei suoi noir, ma ci si imbatte nella grazia descrittiva, nella divertita ironia di una persona a contatto di una natura incontaminata con una compagna assai particolare, un’asina, che all’inizio lo farà dannare ma di cui alla fine rimpiangerà l’abbandono.
"Il viaggio[…] fu per me assai piacevole e fortunato. E, dopo un inizio maldestro, ebbi la sorte dalla mia fino alla fine".
Per calarsi in un’esperienza unica e coinvolgente, il consiglio è di rifare integralmente il percorso di Stevenson come lui l’ha vissuto, cioè a piedi e con un asino. Si può vivere questa avventura grazie all’Associazione “Sur le chemin de R.L. Stevenson” che ha ritracciato il percorso dell’autore scozzese da Monastier-sur-Gazzeille a Saint-Jean-du-Gard, ha costruito una rete di alberghi, pensioni o abitazioni private in grado di ospitare il camminatore e il suo eventuale amico quadrupede, rifocillandoli entrambi, ed infine ha allestito tre o quattro centri di nolo asini, dove ci si reca all’inizio del percorso per scegliere il proprio compagno di viaggio con la coda.
La riscoperta della natura
Lungo il sentiero si è spesso soli, su un percorso abbastanza ben segnalato ma praticato, anche in luglio o agosto, da pochi camminatori. Quindi è una vacanza ideale per recuperare quel rapporto con la natura che troppo spesso in Italia è difficoltoso se non impossibile: pic-nic tra gli alberi alla ricerca di qualche strano fiore selvatico, il cinguettio degli uccelli, il gracidare delle rane.
Il percorso è di circa 220 chilometri ed è caratterizzato da saliscendi non particolarmente impegnativi: una preparazione media è più che sufficiente per percorrere 20/25 chilometri al giorno. L’unica vera asperità da affrontare è l’ascesa del Mont Lozère, che offre come ricompensa una panoramica mozzafiato sul territorio circostante fino alle Alpi.
Ma… non abbiamo parlato dell’asino! Esso funge da compagno e da sostegno: si possono tranquillamente mettere sul basto due zaini oppure consente di trasportare un bambino fino ai 6-7 anni.
Un’avventura che lascia il segno
La possibilità di vivere alcuni giorni (mediamente ce ne vogliono una decina per affrontare con tranquillità per l’intero percorso – Stevenson ne ha impiegati dodici) assieme ad un quadrupede da accudire, abbeverare, sfamare e strigliare alla sera è decisamente un’esperienza nuova ed affascinante, anche per chi non ama particolarmente gli animali ed è assolutamente coinvolgente per i bambini. Durante il viaggio poi s’instaura un rapporto di complicità e di gratitudine con l’animale che può rendere difficile e doloroso il momento del distacco, come era successo a Stevenson quasi 130 anni prima.
All’arrivo, per l’asino la soluzione è pronta: l’organizzazione dell’affitta-ciucci prevede infatti il recupero dell’animale con un camioncino. Complessivamente il costo dell’operazione-asino non è proprio del tutto indifferente nell’economia del viaggio ma vale comunque la pena di affrontarlo dato che questa è un’avventura, pur breve, che lascia il segno nella propria personale esperienza di vita.
BOX 1
Praticamente
Ovviamente il libro di Stevenson (Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino, Ibis, Pavia 1992) non è sufficiente per organizzare il viaggio. Esiste una bella Guida Gallimard (in francese) Parc National Cévennes e comunque a Florac, capoluogo della regione e cento da cui si dipartono moltissimi itinerari a piedi o in bicicletta all’interno del parco, troverete tutte le informazioni: opuscoli, pieghevoli, libretti, carte topografiche. Scoprirete quanto sia conosciuto ed amato Stevenson, la cui baffuta effige campeggia in molti locali pubblici.
Chi volesse invece organizzare tutto prima di partire può consultare alcuni siti internet, tra cui segnaliamo www.chemin-stevenson.org, e www.cevennes.com dove troverete tutti gli uffici del turismo, gli indirizzi dell’affitta-asini e le diverse possibilità di alloggio.
Durante le 10-12 tappe in cui si è soliti suddividere il percorso si incontrano pensioni, gîtes d’étape, rifugi, alberghi: è consigliabile accertarsi telefonicamente il giorno prima in relazione alla disponibilità di letti poiché la ricettività non è infinita, anche se il turismo è sostanzialmente ancora limitato. Mediamente si mangia bene e a prezzi contenuti. Moltissimi locali sono attrezzati con un ricovero per animali e con un modesto sovrapprezzo garantiranno fieno e acqua per l’asino, che è sostanzialmente molto meno esigente di noi!
BOX 2
Un asino per amico
Gli asini sono da secoli circondati dal discredito: invece, imparando a conoscerli, ci si rende conto che non sono stupidi né particolarmente ostinati come vengono invece considerati. Nella realtà sono docili, intelligenti e affettuosi. Durante il viaggio di certo li apprezzerete, con quella andatura lenta ma costante, sia in salita che in discesa: non si stancano mai, al contrario di noi camminatori. Bisogna comunque essere abbastanza autorevoli con loro, incitarli al cammino e anche, a volte, percuoterli (senza esagerare!) con qualche frasca per evitare un eccessivo rilassamento. Attenzione che anche a Stevenson è successo di affezionarsi troppo a Modestine (la sua compagna di viaggio) e a trovarsi più carico di lei per sottrarle l’ingombro dei bagagli! Il consiglio è questo: corretti ma severi. Effettivamente, come nel caso di Stevenson, la consuetudine è quella di affittare femmine, normalmente più docili e sottomesse dei maschi (si badi bene, stiamo parlando di asini!).
Un asino beve una o due volte al giorno e alla sera 3/5 chili di fieno vanno a completare il pasto che si procura lungo il sentiero e consta di erbetta fresca. Alla sera, nel ricovero che troverete sempre per lui, gli darete una bella strigliata, gli allontanerete mosche e tafani e poi via… potrà riposare rifocillato e tranquillizzato.
Ricordatevi che un asino può portare dai 20 ai 40 chili e quando ha in groppa un bambino si sente particolarmente responsabilizzato e lo vedrete cercare sempre le vie più sicure, cercando di mettere gli zoccoli solo nei posti giusti. È una sicurezza.
L’affitto? Meno di una macchina, considerando che non va a benzina verde! Diciamo attorno ai 250/300 euro a settimana.