La piccola vedetta lombarda...
La piccola vedetta lombarda...
La piccola vedetta lombarda... neroverde
Quando ha aperto il Gazzettino del 2 gennaio è restato a bocca aperta, gli è venuto quasi un coccolone per l’emozione di rivedersi ragazzino.
Il protagonista di questa storia minima è Mario Bozzao, classe 1922, che emozionato per l’inaspettata apparizione ha subito telefonato al presidente Angiollin per comunicargli la sua gioia: “Sono io quel ragazzino che sventola il vessillo del Pedale Veneziano, sulla groppa di quello che diventerà poi mio cognato… Grazie tante, mi avete fatto tornare giovane”. Poche ma commosse parole. E chi se l’aspettava che in quella foto scatta nell’estate del 1941 al raduno di Portogruaro ci fosse ancora qualcuno che si riconoscesse!
E quel giovane ragazzo sorridente, sbarazzino, che agita il vessillo con orgoglio ma con la spensieratezza della gioventù assomiglia alla piccola vedetta lombarda di deamicisiana memoria. Impavido e gioioso nonostante i tempi fossero grami (guerra e fascismo, gran bella accoppiata…) il volto di Mario Bozzao, forte ciclista del Pedale ci appare oggi altrettanto determinato, nonostante siano passati più di settant’anni da quello scatto.
La chiacchierata piacevolissima nel tinello della sua casa di Mestre è stata molto utile per ricostruire un altro pezzetto di storia della nostra società, per individuare altri nomi di soci, per ascoltare nuovi aneddoti, incrociare le date per verificare la veridicità delle precedenti ricostruzioni.
E nel petto di questo vecchio tornato ragazzino bruciava ancora l’ardore delle imprese ciclistiche di trecento chilometri bruciati in un giorno, delle gare contro Giovanni Pinarello, delle salite percorse tutte d’un fiato, delle vittorie sfuggite per aiutare un amico in difficoltà.
Ascoltando la sua voce la famiglia del pedale Veneziano si allargava, apparivano nuovi nomi, davanti ai nostri occhi si ricomponevano volti di giovani mai conosciuti prima ma che hanno indossato, tanti anni prima, la nostra stessa divisa.
È stata una bella esperienza: la piccola vedetta lombarda che nella foto ingiallita sventolava quello stesso vessillo che custodiamo gelosamente sotto vetro in sede, è tornato ad essere giovane e felice.
Potenza della fantasia, potenza dell’amicizia e dello sport.
venerdì 18 gennaio 2013